Un mondo fatto con l'emozione della gente. Parole fatte con le mani per muoversi con i santi popolari della terra, spinti da maschere di caratteri di tradizioni vive in noi. Il corpo, di solito considerato mero oggetto secondario ritrova un dialogo al momento del concepimento creativo sino a rappresentarne la matrice della maschera. Si apre cosi una nuova stagione caratterizzata tra la volontà di costruire nuovi soggetti idonei alla contingenze della nostra epoca e la volontà di mettere in campo persone e attori aventi un loro carattere e un loro proprio passato.
La necessità è di spingersi oltre, oltre il nascosto del cuoio per narrare quelle tradizioni popolari , tipiche in ogni essere umano, per entrare in stretta simbiosi con la persona-attore che andrà a costituire il completamento ai tratti del carattere. L'azione scenica quindi inizia già dalla creazione concreta di idee e pensieri oltre il palco e oltre la “maschera “ di ogni individuo. Così si entra all'interno di un mestiere, antico mestiere che la cultura aveva perso, e che è stato ricreato, sorgendo dalle ceneri, per ridare linfa a quel patrimonio di tradizioni tipico dell'Italia e dell'Europa intera.
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